martedì 26 aprile 2022

Nostalgia


Soverato (CZ) - Italy

"Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini solo per raccogliere il legno e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito"
Antoine de Saint-Exupéry

Ph Giuseppe Palazzo – All rights reserved ©




Bellezza, incanto e nostalgia - Alessandra Amoroso

Di quei cento giorni ancora mi ricorderò
Che nonostante il mal di testa stavo lì
Maledetta la tempesta e maledetta me
Svegliata di notte, nel buio dell'attesa
Le mie speranze navigavano la via
Sulle note di quella canzone scritta da noi due
Rimirando all'alba un'emozione
Che non perderò mai più

Confondo il bene e il male, mai più
Confondo terra e mare
Salutando i gesti di un passato negato all'allegria
Sotto l'ombra riparata di una barca a dirsi addio

Mi culla ciò che poi sarà
Bagnato di malinconia
Bellezza, incanto e nostalgia

Mi perdo nell'ostilità
Che non mi ha fatto stare lì
E mi ha costretta a dire addio
E mi ha costretta a dire addio

Io chiudevo le porte, paure e fremito
Cantavo più forte per svegliarti e averti qui
Sulle note della tua canzone dedicata a me
Che suona nel tuo cuore nella culla del passato

E ci scottammo a quel bagliore
Chissà se ti vedrò mai più
Che se solo avessi avuto più carattere e follia
La tua voce ora sarebbe ancora mia

Mi culla ciò che poi sarà
Bagnato di malinconia
Bellezza, incanto e nostalgia
Mi perdo nell'ostilità
Che non mi ha fatto stare lì
E mi ha costretta a dire addio
E mi ha costretta a dire addio

E ricordi fari e fuochi, sabbia che calpesterai
Dimmi una bugia, però non dirmi che ti volterai
Ti racconto storie di passioni e giochi persi ormai
Sappi, amore mio, che se potessi non ti lascerei

Mi culla ciò che poi sarà
Bagnato di malinconia
Bellezza, incanto e nostalgia

Mi perdo nell'ostilità
Che non mi ha fatto stare lì
E mi ha costretta a dire addio
E mi ha costretta a dire addio


Viaggi


Gallicianò (RC) - Italy

"Chiacchierando con un compagno di viaggio, la via pare più breve"
Publilio Siro

Ph Giuseppe Palazzo – All rights reserved ©




Prima di partire per un lungo viaggio - Irene Grandi

Prima di partire per un lungo viaggio
Devi portare con te la voglia di non tornare più
Prima di non essere sincera
Pensa che ti tradisci solo tu

Prima di partire per un lungo viaggio
Porta con te la voglia di non tornare più
Prima di non essere d'accordo
Prova ad ascoltare un po' di più
Prima di non essere da sola
Prova a pensare se stai bene tu
Prima di pretendere qualcosa
Prova a pensare a quello che dai tu
Non è facile però
È tutto qui
Non è facile però
È tutto qui

Prima di partire per un lungo viaggio
Porta con te la voglia di adattarti
Prima di pretendere l'orgasmo
Prova solo ad amarti
Prima di non essere sincera
Pensa che ti tradisci solo tu
Prima di pretendere qualcosa
Prova a pensare a quello che dai tu
Non è facile però
È tutto qui
Non è facile però
È tutto qui
Si, non è facile però
È tutto qui

Prima di pretendere qualcosa
Prova a pensare a quello che dai tu
Dai tu
Tutto qui
È tutto qui



domenica 17 aprile 2022

Buona Pasqua

 
Soverato (CZ) - Italy

"Quella mattina il Risorto ha mostrato alle donne che è possibile il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi"
Don Tonino Bello

Ph Giuseppe Palazzo – All rights reserved ©



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Omelia tenuta per la Pasqua 1997 nella cattedrale bolognese di San Pietro dall’arcivescovo e cardinale Giacomo Biffi (1928-2015)


“Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci e in esso esultiamo”.

Chi ha la fortuna di celebrare la Pasqua, e di celebrarla non come un appuntamento immancabile del calendario di cui non si coglie più il senso e l’origine; chi ha la fortuna di celebrare la Pasqua nella sua verità sostanziale, come la vittoria del Figlio di Dio, morto in croce per noi, che risorge; chi ha la fortuna di celebrare la Pasqua come il riconoscimento che c’è ed è vivo un Signore dell’universo e dei cuori, riscopre che nel mondo - oltre la dura scorza delle nostre paure e delle nostre tristezze - c’è una sorgente inesauribile di speranza e di gioia.

Pasqua è l’inizio del Regno di vita e di libertà, instaurato con il sacrificio e la gloria di Cristo. Al tempo stesso è la festa del nostro ingresso in questo Regno, mediante la rinascita battesimale che ci ha fatti “uomini nuovi”. Perché il destino del Signore è anche il nostro.

Anche la comunità ecclesiale come tale è chiamata costantemente a risorgere e a vincere le potenze mondane, le quali a ogni epoca cercano, con vario metodo e vario successo, di racchiuderla nello spazio irrespirabile di una tomba. Vedete con quanta cura le autorità di Gerusalemme si preoccupano di estromettere definitivamente Gesù dalla loro esistenza. Non contenti di averlo condotto a una morte atroce, “andarono - dice il Vangelo di Matteo - e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi le guardie” (Mt 27,66).

Per una sepoltura dignitosa non hanno lesinato i permessi: hanno consentito che fosse un sepolcro nuovo, di lusso, circondato da un giardino (Gv 19,41). Tutti gli onori funebri dunque sono concessi; purché quel defunto resti defunto e non torni a inquietare con la sua parola di fuoco: “Assicurarono il sepolcro”, con una sollecitudine che tocca la comicità.

Ma, a ben guardare, così avviene anche alla Chiesa, che è il “Cristo totale” che cammina nella storia. Molti ossequi, purché non disturbi e non interferisca con la sua pretesa di dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato; molta attenzione e molta stima, se si limita a custodire il patrimonio artistico dei suoi templi e si accontenta di organizzare dei bei concerti di musica sacra. Tutto a condizione che il suo insegnamento non susciti contrasti e la sua azione non incida più.

Ci sono epoche e luoghi in cui alla Chiesa è fatto persino divieto di esistere; o, tollerandone l’esistenza, la si opprime con persecuzioni aperte che arrivano anche a imprigionare e a uccidere. Il nostro secolo ha conosciuto, forse con un’abbondanza senza precedenti, queste situazioni di ostilità violenta nei confronti delle comunità cristiane, nei Paesi dell’Est - noi lo sappiamo, anche se pare che ci siamo affrettati tutti a dimenticarlo - questa stagione dei martiri è finita da poco.

E ci sono epoche e luoghi dove, senza leggi esplicitamente vessatorie, si arriva “culturalmente” a soffocare il “Christus hodie” (il “Cristo totale”, che è la Chiesa) con la riduzione progressiva della sua voce nella società e nei mezzi di comunicazione (quasi interamente appaltati agli imbonitori di frivolezze e ai maestri del niente), con l’alterazione della verità storica e la tendenziosità dell’informazione, con le complicazioni burocratiche e i capestri finanziari che non consentono più di vivere alle istituzioni cattoliche. Eccetera.

Il sinedrio e gli scribi di turno sono sempre irritati verso il Signore Gesù che non si rassegna a restare quieto e inerte nel suo bel sepolcro. Ma questo Crocifisso, che nessuna tomba riesce più a rinserrare, non è fatto per lasciare tranquilli coloro che pensano di aver risolto col suo seppellimento i problemi della loro licenza di sragionare. In ogni epoca e in ogni luogo Gesù prosegue, nonostante tutto, la sua missione di unico e necessario Salvatore degli uomini.

La grazia specifica da chiedere nella giornata di oggi è quella di capire, con persuasione più limpida e cuore ringiovanito, che la fede è la scoperta e la lieta sorpresa che Gesù Cristo è vivo: la scoperta e la lieta sorpresa del mattino di Pasqua, che si rinnova ogni giorno sino alla fine del mondo.

Ancora oggi, dopo quasi duemila anni, ci deve prendere lo stesso entusiasmo degli apostoli quando si sono resi conto che il loro Maestro amato era risorto: “Gioirono i discepoli al vedere il Signore” (Gv 20,20).

Per la sua nuova condizione di gloria, che gli consente di eccedere i limiti dello spazio e del tempo, Gesù adesso è sempre con noi. E noi ne sentiamo la benedetta presenza, quando ci apriamo con animo semplice all’autenticità e all’integralità della vita ecclesiale.

La percepiamo, questa presenza, nel Vangelo - messaggio di luce e viatico di coraggio - che continua a guidarci e a consolarci, mentre siamo frammisti a un’umanità troppo spesso intristita e persa. La percepiamo nel dono stupendo dell’Eucaristia, che ci coinvolge nell’offerta del sacrificio del Calvario, principio di ogni salvezza, e che colma e anima le nostre chiese con la realtà della divina presenza di colui che è il nostro Redentore e il nostro non deludente amico. La percepiamo nei santi, in cui egli rivive e agisce efficacemente in mezzo a noi. Palesi o nascosti, i santi non mancano mai tra i credenti: ci sono sempre, a ogni svolta del cammino del popolo di Dio. Con la loro testimonianza essi ci richiamano fortemente al Signore Gesù: sono il profumo e la trasparenza della sua obbedienza al Padre e della sua dedizione ai fratelli.

“Cristo, risuscitato dai morti, non muore più: la morte non ha più potere su di lui” (Rm 6,9). Questo è il fondamento di ogni nostra fiducia, questa è la vera ragione dell’esultanza di questo giorno.


lunedì 11 aprile 2022

Chissà quanti sogni ...

 
Castello di San Niceto e stretto di Messina 
visti da Motta San Giovanni (RC) - Italy

"Degli antichi castelli mi incuriosisce la vita che hanno visto passare e che in parte trattengono ancora.
Chissà quanti sogni sono rimasti sulle torri"
Fabrizio Caramagna

Ph Giuseppe Palazzo – All rights reserved ©




Il castello - Roberto Vecchioni

E se passate fate piano
Che fata dorme dal mattino
Che l'uomo per la guerra le partì
E dietro la collina si sbiadì
E nel castello sopra il fiordo
La luce sfiora per ricordo
Le coppe che restarono così
E il vento smuove le vetrate
E a volte un'eco di risate
Che un tempo risuonavano da lì
Ma non passateci d'aprile
Che non potreste più vedere
Le rose come quando lui era qui

E quando c'era lui le sale
Erano piene mille sere
Di gente e luci e scherzi di buffoni
E feste fino all'alba e poi canzoni
E lui stringeva fra le dita
La pietra verde della vita
E chi partiva sempre ritornò
Tornò anche un figlio trovatore
Scappato senza far rumore
Per altre luci che poi non capì
E un drago fatto con la paglia
Bruciava all'alba sulla soglia
Perché il dolore non entrasse lì

Tu che ne sai che passi e guardi
Di fata e tutti i suoi ricordi
Del sogno che ha battuto la realtà?
La polvere si è fatta antica
E sul sentiero c'è l'ortica
Ma fata non ci crede e non lo sa
Ha fretta e l'abito è sgualcito
Ma è la gran sera che ha aspettato
E il conto della sabbia è fermo già
E lui che bussa, e lui che torna qua

E si riaccendono le luci
Ad una ad una stanze e voci
E servi e cani ancora tutti là
È lui, sorride sulla porta
È lui, lo stesso di una volta
Ma chiede scusa e non l'abbraccerà
Ha gli occhi stanchi, è sempre bello
Ma tiene addosso quel mantello
Che non si toglie e non si toglierà


lunedì 4 aprile 2022

Grandezze mai perdute

 
Soverato (CZ) - Italy

"Il mare è l’unico essere infinito che si pone umilmente ai nostri piedi, senza mai perdere una briciolo della sua grandezza"
Fabrizio Caramagna 

Ph Giuseppe Palazzo – All rights reserved ©




Ora ti canto il mare - Negramaro

Fuori era primavera, a casa pioveva l'amore
E tu che te ne stavi zitta per ore ed ore
Il tempo che passava fermo sopra ad un balcone
Ed io ci penso ancora e rido, ride, ride il cuore

Il respiro lento di una strada a doppio senso
Le cose che ho da dire non ne hanno neanche mezzo
L'aria che ora tira porta via prima l'estate
Prima di tornare al mondo, prima di tornare al mare

E ora ti canto il mare
Ma che bella canzone d'amore
Senti che musica dolce anche con il temporale
Si è alzata la testa, piove, continueremo a nuotare
Che bel posto perfetto per fare l'amore, per fare l'amore
Ora ti canto il mare
Il mare, il mare, il mare, amore

Giurami, non eri seria, davvero è finita l'estate
E tu che riesci a stare zitta, zitta, zitta e non sudare
Il respiro lento che nasconde ogni tormento
È ora di gridarlo al mondo, è ora di gridarlo al mare
Come d'incanto c'è il mare, tutto che esplode nel sole (ora ti canto il mare)
Fino a vederti svanire (ora ti canto il mare)

Ora ti canto il mare
Ma che bella canzone d'amore
Senti che musica dolce anche con il temporale
Si è alzata la testa, piove, continueremo a nuotare
Che bel posto perfetto per fare l'amore, in più fare l'amore
Ora ti canto il mare

Ora ti canto il mare, ma che bello, finisce l'estate
E tutta la musica dolce che ci ha fatto innamorare (ora ti canto il mare)
Se ora proviamo a dormire siamo pronti a sognare
In silenzio perfetto vuoi fare l'amore
Se vuoi fare l'amore
Ora ti canto il mare
Il mare
Ora ti canto il mare
Il mare

E ora ti canto il mare
Ma che bella canzone d'amore
Senti che musica dolce anche con il temporale
Si è alzata la testa, piove, continueremo a nuotare
Che bel posto perfetto per fare l'amore, per fare l'amore
Ora ti canto il mare

Il mare, il mare, il mare, amore

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